Gli Sfocati e il coronavirus

Giovanni Ghisolfo

I miei genitori mi raccontavano che, in periodo di guerra la farina era uno dei beni più preziosi. Proprio come allora, anche in questi giorni un alimento così basilare è risultato essere quello più difficile da reperire.

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Dopo un mese di chiusura anche la ditta riapre cercando di mettere, ancora di più, in primo piano la sicurezza di un nucleo familiare allargato. Tra incertezze e precarietà occorre dimostrare il proprio ingegno, così abbiamo sviluppato una nuova linea di DPI per uso interno.

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Il tempo di “stop” ci ha permesso di riflettere su ciò che è veramente importante, alla fine anche il nostro lavoro, dal più manuale al più tecnico sono parte integrante della nostra routine, quindi si riprende, piano piano facendo attenzione a mantenere le distanze.

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Davide Nada

Forse mi sbaglio, ma gli occhi anche nella sofferenza rimarranno sempre uno strumento meraviglioso per apprezzare la libertà.

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Per quanto possa sembrare incerto mi interessa molto il mio futuro: è li che passerò il resto della mia vita.

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Brutus: “chissà se ha l’autocertificazione quel ragazzo… ? ”

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Mauro Ruffinatto

Tra i tanti effetti di questa pandemia, c’è la chiusura delle scuole e dunque ai docenti non resta che fare le lezioni tramite internet. Anche nella scuola dell’infanzia le maestre mandano video messaggi con letture di libri, canzoni e compiti.
L’ultimo, in ordine di tempo, insegnava ai bimbi come fare una torta con lo yogurt e visto che il risultato non è stato affatto malvagio, ho pensato di condividerlo con voi.

In mezzo a tante immagini buie, un raggio di sole può anche starci.

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Versare un vasetto di yogurt in una ciotola capiente,

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aggiungere tre vasetti di farina (noi abbiamo messo due vasetti di farina di mandorle, che abbiamo scovato in fondo alla dispensa, e uno di farina tipo 2).

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Aggiungere due vasetti di zucchero,

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e mezzo vasetto di olio di oliva (noi abbiamo usato il burro, ma essendo caldo, ci ha pensato la mamma).
Mettere tre uova, sia tuorlo che albume…

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…senza il guscio, se possibile…

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e una bustina di lievito.

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Amalgamare con decisione ed energia.

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Versare il contenuto in una teglia da circa 20 cm di dimetro.

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Infornare a 180° per 20 minuti (noi l’abbiamo cotta per 30 minuti a 150°).

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Sfornare adottando le dovute cautele…

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tagliare a fette,

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verificare il risultato…

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…e condividerlo!

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Benché esteticamente abbia lasciato molto a desiderare, il gusto era ottimo!

Buon appetito a tutti 🙂


Antonio Stella

La finestra della speranza
Sin da bambino mi hanno insegnato a cercare, anche nelle situazioni peggiori, l’aspetto positivo per quanto piccolo possa essere. È un metodo di difesa per la “psiche” ed il carburante per alimentare la speranza. In questo momento in cui un “essere invisibile” sembra avere bloccato l’intero mondo, si vive accompagnati dal timore, bombardati dalle continue notizie di contagi, di morti, di crisi finanziaria. Il tempo sembra scorrere più lento, i minuti sembrano ore, le ore giorni e i giorni settimane… è tutto irreale, anomalo, così lontano dalla solita quotidianità. Mi mancano gli affetti lontani, i colleghi e collaboratori del lavoro, gli amici, gli abbracci, le camminate, gli hobbies… ma se giro lo sguardo mi accorgo che c’è chi ha perso famigliari, colleghi, amici, lavoro… e mi dico: sono fortunato… ma resta tutto troppo surreale. Apro la finestra e quello che vedo, vivendo nella periferia di un paese circondato da campi e boschi, è uno scenario molto simile, o quasi, a quello degli anni precedenti. La natura fa il suo corso, la terra si sta vestendo con l’abito primaverile, il sole e la luna si alternano sempre con la stessa frequenza…. il tutto a ricordarci che la vita va avanti e il minor “agitarsi” degli uomini ha fatto sì che gli animali si siano avvicinati di più, come venissero a guardare come stiamo… a capire cosa sia successo, perché ci sia meno smog.

Le foto che propongo sono tutte scattate dalla finestra e dal cortile di casa durante questo periodo di “coronavirus”. Eccetto la prima, non ho voluto documentare le situazioni difficili o mutate che ci circondano (per altro molto ben fotografate dai miei colleghi del Circolo) ma, da appassionato di fotografia naturalistica, ho inserito delle immagini che mi auguro possano trasmettere serenità e speranza per un futuro prossimo assai tranquillo.


Lorenzo Meriano

Stati d’animo e pensieri

Periodo triste nell’anno di grazia 2020… e speriamo non troppo oltre.
Un periodo impensabile e tenebroso che ci fa capire quanto siamo piccoli, vulnerabili ed indifesi dai nostri errori in ogni manifestazione…

Triste spesa,

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ho imparato a fare il pane rustico…

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Mi sento come un fantasma nella notte…

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oggi ci sentiamo quasi rami secchi.

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Ho i nervi a fior di pelle…

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Note positive tra mille difficoltà…

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prima o poi si torna.

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Sergio Rosa

Queste foto sono state scattate, in questo periodo buio, sul territorio del mio paese, Bruino.
Il paese non è normalmente molto affollato ma in questi giorni la desolazione è assoluta, sia sulle strade che nei parchi, sulle ciclabili e nei parchi gioco. Solo poche attività continuano a dare una parvenza di normalità.

La strada che porta al centro del paese è completamente deserta,

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anche le ciclabili, normalmente affollate in questo periodo, risultano desolatamente vuote.

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“io posso uscire”…

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Bar chiuso sulla piazza del municipio,

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macellaio all’opera… protetto.

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Dove di solito le urla dei bimbi si alzano forti… il nulla!

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I volontari consegnano la spesa a chi ne ha necessità… bravi!

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Al mercato… una cassa improvvisata.

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…speriamo bene!

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Ezio Bessone

L’inverno stava finendo, la primavera bussava e aveva fretta di arrivare. E quando il 21 marzo arrivò, in realtà lei era già presente, ci sorrideva da ogni gemma, da ogni fiore e foglia, sui rami, nei prati e nei boschi. Non so se volesse consolarci o prenderci un po’ in giro. Sta di fatto che noi, umanità, siamo ormai tutti inguaiati, costretti a stare in casa.
Si perché è arrivato lui, il coronavirus

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Perché gli affetti più cari, in particolare i nipoti, li puoi vedere solo con una foto sul cellulare o qualche volta attraverso una video chiamata? E intanto loro crescono, cambiano ogni giorno, e quasi non te ne accorgi. Non puoi abbracciarli, farli giocare, sentire le loro emozioni. Gabriele nel frattempo ha imparato a camminare con sicurezza; sta iniziando a parlare e al telefono mi dice “nono”. E io non posso partecipare a questi cambiamenti. Mi mancate tanto. Ti dicono “ma siamo sempre qui, avremo tempo per stare di nuovo insieme, ti aspettiamo”. Grazie, ma se devo aspettare tanto anche il mio tempo si assottiglia, non ne ho più molto. E poi certi momenti sono unici e irripetibili.
Ma c’è il coronavirus, voi avete un’età rischiosa, non si sa mai!!!

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E intanto arriva la Pasqua, mia moglie e io siamo soli. A Pasquetta ci viene voglia di fare un pic-nic nel prato. C’è tutto il necessario: il barbecue, il tavolo, il cestino con i cibi, i giochi per i bimbi, il vino. La giornata è stupenda. Ma se le sedie sono vuote e non senti il vociare dei bimbi con chi facciamo il pic-nic. E perché siamo soli?
Ma c’è il coronavirus. Ritenetevi fortunati che potete godere della natura che vi circonda.

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“Se proprio devi uscire per una stretta necessità devi indossare la mascherina. E non dimenticarti di infilare i guanti. E ricordati di stare a distanza di sicurezza”. Ma la mascherina mi da fastidio e mi fa anche appannare gli occhiali. E dei guanti cosa me ne faccio, inizia a fare caldo. E se incontro qualche amico quasi non riesco a riconoscerlo. Siamo tutti mascherati.
Ma c’è il coronavirus, ti puoi infettare.

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Che bello oggi vado al mercato, incontrerò un po’ di persone che conosco e possiamo anche andare al bar per un caffè. Ma… qui c’è quasi nessuno! Siamo tutti distanziati, con la mascherina sul viso. Hanno tutti una voglia repressa di parlare, di comunicare. Mi saluta qualcuno che non so chi sia. Ma ognuno, quando finisce di comprare, va via veloce verso casa. Mancano quasi tutti i banchi. Ci sono anche i carabinieri che controllano cosa facciamo. Ma cosa sta succedendo?
Ma c’è il coronavirus! Ringrazia che almeno puoi comprare le cose che ti servono per vivere.

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Eppure i peschi e i meli sono fioriti regolarmente. Anzi, quest’anno la fioritura è eccezionale. E, visto che dobbiamo stare in casa, ci sono tante giornate calde e soleggiate! Il castello del mio paese oggi mi sembra più bello del solito. Forse, con la sua medioevale esperienza, mi vuole dire “stai tranquillo, prima o poi tutto passerà”. Sono fiducioso. Penso che forse il Pianeta si stia già riprendendo un poco dalle nostre angherie, respira più tranquillo con aria e acque più pulite. Perché non abbiamo capito prima che lo stavamo massacrando? Perché non abbiamo smesso di essere stupidi? Coronavirus, spero che tu sia venuto per insegnarci qualcosa. Anzi, dobbiamo tutti quanti imparare qualcosa!!! Dopo potrai, anzi dovrai sparire, ma ti ricorderemo sempre, stanne certo!

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Ape, beata te che riesci a volare dove ti pare. Beata te che non sai cos’è il coronavirus e voli libera nella natura, nei colori primaverili e ti diverti con questa magnifica fioritura. Grazie per la speranza che ci dai.
OH CHE INCUBO!!! Forse ieri sera ho mangiato qualcosa di troppo pesante, non riuscivo prendere sonno. Poi mi sono addormentato tardi e devo aver fatto proprio un brutto sogno.

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Ma, ho sognato veramente oppure è tutto vero? Ultimamente mi sento più confuso del solito.


Giancarlo Servino

Con questi scatti da me eseguiti, tento di descrivere una successione di avvenimenti accaduti nel mio paese, BRUINO, in seguito alla grave pandemia di CORONAVIRUS che ci ha colpiti.

Domenica 23.02.2020 a Bruino si doveva svolgere la 40° edizione della “Battaglia della Farina”, durante i tradizionali festeggiamenti del carnevale.
Ma, poco prima della partenza della sfilata, arriva lo STOP da parte della Polizia Locale e, successivamente, l’annullamento della manifestazione per evitare il diffondersi dell’epidemia.
Questo è stato il primo di molti altri provvedimenti che hanno caratterizzato questo difficile momento.

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Code e distanziamento sociale per evitare il contagio davanti ai Supermercati.

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Pazienti attese per entrare nel Supermercato.

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Mercato del Lunedì, anche qui bisogna attenersi alle disposizioni, mascherine e distanza di sicurezza.

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Code davanti alle farmacie in cerca delle introvabili mascherine.

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Chiusura per evitare assembramenti delle piste ciclabili e pedonali.

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Oltre alla chiusura delle piste ciclabili anche i parchi pubblici vengono interdetti.

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Chiusura del Cimitero.

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Chiusura di tutte le attività ricreative, culturali e di insegnamento e quindi anche dell’Università delle Tre Età.

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Tra tante cose negative, voglio evidenziare la grande partecipazione dei donatori di sangue,  molto necessarie in questo difficile momento. (FIDAS Gruppo Bruino)

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Concludo con la speranza che: “TUTTO ANDRA’ BENE”.

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Mauro Ruffinatto

Le immagini di questa pandemia che passeranno alla storia, probabilmente, saranno quelle delle strade di Wuhan deserte, le colonne di camion militari carichi di salme, i medici sfiniti, la signora anziana che piange difronte agli scaffali vuoti del supermercato e tante altre ancora.

Le fotografie che ho realizzato non sono sensazionali, ma cercano solo di testimoniare l’irreale realtà quotidiana in cui tutti noi siamo immersi.

Però, un pensiero mi gela la mente.

Berengo Gardin diceva che le foto buone sono come il vino, con il tempo migliorano. E allora guardo queste foto e un pensiero mi gela la mente… Tra una decina d’anni, si potranno rivedere per ricordare come si viveva al tempo del Coronavirus. Oppure… si potranno rivedere per ricordare come tutto ha avuto inizio.